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2. Caduta dell'impero Romano d'Occidente
2. Caduta dell'impero Romano d'Occidente
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Robilante e Pedona, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476, subiscono le sorti dell’Italia settentrionale, passando successivamente sotto il dominio dei Goti, dei Longobardi e dei Franchi. Le due strade romane, che da Pedona conducono l’una a Nizza per il Colle di Tenda l’altra a Digne attraverso il Colle della Maddalena, sono trascurate e decadute: gravissimo si presenta il problema di tenerle aperte. Occorre riadattarle, almeno sommariamente, in qualche punto; è necessario sorvegliare i ponti e le opere d’arte, curare i passi attraverso le selve e le paludi e, soprattutto, occorrono ricoveri ed ospizi, sulla sommità delle Alpi, dove si possa trovare alloggio, riparo dal gelo, dalle valanghe, dai lupi e dagli orsi. In questi tempi una sola istituzione può provvedere egregiamente a tutti questi bisogni: l’abbazia benedettina (1). Sono queste le ragioni per cui si può ritenere vera la notizia, suffragata da antica tradizione, secondo la quale Carlo Magno e Ludovico il Pio avrebbero donato all’abbazia di San Dalmazzo ampi territori, accrescendone così il già vasto patrimonio e concedendo all’abate diritti quasi sovrani. In tal modo, in virtù delle donazioni imperiali, l’autorità dell’abate si estende sulle Valli Stura, Gesso, Vermenagna, Roya, Tinea e Taggia, concentrandosi nelle sue mani una potenza economica degna di un principe. Il Mayranesio cita un documento in cui, per la prima volta, compare il nome di Robilante. Siamo nel 700-712 sotto il regno di Ariperto. Civilemente e militarmente l’abbazia di Pedona fa parte del comitato di Bredulo; quando poi il comitato è dato in feudo da Ludovico III a Eliliulfo, Vescovo di Asti (18 giugno 901) l’abbazia deve riconoscere l’alta signoria dei vescovi astigiani; dominio, tuttavia, piuttosto precario. (2) Note: 1)Si tratta dell’abbazia benedettina di Pedona. Il mayranesio (storico, però, alquanto sospetto) cita diversi documenti per dimostrare che l’abbazia viene fondata con donazioni di Agilulfo e Teodolinda (5 agosto del 600 e 13 aprile del 615) “per la salute delle loro anime e per la felicità del regno e di tutta la gente longobardica” e che verrà successivamente provvista da Re longobardi e da Imperatori franchi. 2) Claudio CAMPANA, “ROBILANTE ieri ed oggi”, Edizione Martini, 1996, pag. 24 sg.
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